martedì 26 luglio 2011

Cercasi serenità, anche usata.

La serenità diventa negli anni il bene più prezioso, il più anelato, e purtroppo il più raro.

In quale momento della mia vita l'ho persa? In quale angolo buio l'ho lasciata? E perché insieme a lei è rimasta anche  quella meravigliosa spensieratezza che mi faceva ridere di ogni piccola cosa e sapeva darmi gioia anche senza un vero motivo?

Il tempo è un maledetto assassino che si è portato via non solo troppe persone a me care, ma anche sentimenti e stati d'animo che erano parte di me, restituendo al mondo questa signora insoddisfatta e malinconica che sono oggi, questa Anna arrabbiata con un dio in cui non sa e non vuole più credere.

Non mi piaccio così, e aspetto il momento in cui saprò reagire e ritrovare da qualche parte in fondo a me stessa quella riserva che so di avere di entusiasmo, di passioni, di sorrisi di quelli che vengono dal cuore e che non si fermano alle labbra ma sanno illuminare gli occhi; so bene che non mi sentirò sempre così, e che questa mia costante sensazione di oppressione, di inadeguatezza, di disagio e profonda ansia è dovuta agli avvenimenti piombati come uno tsunami nella vita di persone che amo, e la cui angoscia non può non essere la mia angoscia. Ma oggi  niente riesce a darmi quiete; e se di solito guardare un cielo stellato nel silenzio e sentire su di me il respiro dell'universo mi dà pace, camminare a piedi nudi sulla sabbia bagnata in compagnia degli odori e dei suoni del mare mi fa sentire libera, ascoltare vecchie canzoni mi restituisce un po' dell'allegria dei begli anni vissuti, da qualche tempo niente di tutto questo riesce a distogliermi da una tristezza oppressiva che non mi piace ma che purtroppo è diventata mia fedele compagna. Per questo non sto più scrivendo qui, né pubblicando ricette, per questo non mi viene più da scherzare su facebook, per questo il mio lavoro mi appare particolarmente pesante, per questo non trovo le parole da dire a me stessa per regalarmi una speranza, e per regalarla soprattutto alle persone che amo, ed insieme a loro a tutte le persone che vivono l'incubo di questo male ancora troppo  sconosciuto, il cancro. Vorrei tanto saper trovare le parole giuste, e soprattutto la giusta convinzione, per poter loro promettere che un giorno si sveglieranno e scopriranno che il loro mondo felice è tornato al suo posto. Ma se non ci credo io, come posso convincere gli altri?

Stasera però sto vivendo una nuova speranza. Incrocio le dita, invoco il Caso, e piango in silenzio.

4 commenti:

  1. Ciao Anna, credo di capire il tuo stato d'animo per averlo già provato più volte. Da ogni ricaduta poi mi sono rialzata più forte di prima e sono sicura che ci riuscirai anche tu. Proprio oggi ho letto la lettera al direttore del giornale della mia città inviata da una giovane mamma colpita un anno fa da quel male terribile.Vorrei trascrivertela perchè è piena di speranza e di voglia di lottare per vincere il male al di là delle statistiche. Credevo di trovarla anche nella versione online, ma l'archivio è fermo al 24 luglioAppena posso te la scansionerò e te la invierò con e-mail. Intanto ti mando un abbraccio e soffio sul verde della tua speranza

    RispondiElimina
  2. Ciao, Anna...
    ...potrei dirti che quel che provi e che (ovviamente) NON ti piace è causato dalla scelta di chiudere la porta a quel Dio in cui ti rifiuti di credere e in parallelo d'aprirle al suo antagonista, al quale per ovvia conseguenza neppure credi facilitandogli così ancor di più le cose "su" e "in" te ...
    ...ma il tuo disincanto ti farebbe (l'ha già fatto, vero?) alzare gli occhi al cielo esasperata.
    Ti dico solo che SEI e RESTERAI nelle mie preghiere, OGNI giorno.
    Proprio non posso lasciarti in balia dell'incredulità...
    ...proprio NON SO DISINTERESSARMI DEL MALESSERE DI CHI DIO PONE SUL MIO CAMMINO.

    Un abbraccio, tesoro.

    Maddy

    RispondiElimina
  3. @Luigina, la speranza e la voglia di lottare non mancano, ed io mi sto dando da fare per superare questo periodo di piangina e sostituire le lacrime con il sorriso e perché no, qualche risata: ce n'è un gran bisogno. Grazie per le tue parole, so quello che hai vissuto, ed anche se non lo sto vivendo in prima persona so quanto si sta male. Sei una donna coraggiosa, e lo è anche la persona, giovanissima, per la quale sto tanto in pena in questo momento. Reagirà, e tutti noi con lei.
    @Maddy... avere o non avere fede non è una scelta. Io sono cresciuta in una famiglia cattolica e credimi, è stato difficilissimo ammettere con me stessa che non mi riconosco più in quel mondo. Mi sono sposata all'altare per convinzione. Amavo entrare in chiesa quando non c'era nessuno, sedermi e parlare con dio. Ci credevo, sentivo la sua presenza.... ed in certi momenti mi manca la certezza che ne ricavavo, la certezza che qualcuno mi ascoltava e poteva aiutarmi. Oggi però, semplicemente, tutto questo è sparito, distrutto come un castello di sabbia dalle onde del mare, così, senza sofferenza e nel modo più naturale e tranquillo. Oggi credo nella scienza, nella medicina, nella volontà umana, rispetto però chi crede in dio e so quanta forza ne ricava. Io la cerco e la trovo altrove, semplicemente. Un abbraccio.

    RispondiElimina
  4. carissima Anna: sei la mia 100 lettrice ed il fatto che sia proprio tu qualcosa vorrà dire no???
    Sono convinto che nulla succeda per caso nella vita e devo dire che sono rimasto molto colpito dalla tua disarmante sincerità, che predispone subito la gente a volerti bene spontaneamente.
    Spero che sia questo l'inizio di una bella amicizia!
    Un abbraccio e a presto

    p.s. avevo già scovato la notizia del falso d'autore sulla suora bosniaca e avevo deciso di cancellare il post; poi però mi sono detto che senz'altro descriveva esperienze sicuramente accadute e che faceva bene comunque leggerlo e l'ho lasciato!

    RispondiElimina

Lascia un tuo commento, anche negativo, mi servirà a capire come migliorare questo blog!