E' la vigilia di Natale, e piove.
Amo l'odore che emana il mondo quando vi cadono le prime gocce di pioggia, quell'odore di terra bagnata che arriva direttamente al cuore e risveglia emozioni sopite, quelle di una ragazzina malata di solitudine che sotto la pioggia amava camminare senza riparo. Quella ragazzina è ancora in me ed ancora ama camminare sotto la pioggia senza ombrello, il viso rivolto al cielo a ricevere il dono di quelle gocce fresche, incurante dei capelli che si inzuppano d'acqua e degli sguardi di chi la incrocia ed ha scritto in faccia ma guarda questa matta.
No, non sono matta. Sono una che ama la vita, che ama questo mondo malato al di là di ogni ragione. Amo ogni giorno che vivo, e lo vivo cercando di non farmi sfuggire neanche la più piccola sensazione. Lo facevo anche quando la mia vita era più spensierata di adesso e non mi sfiorava l'idea, come mi capita oggi, che il giorno che vivo potrebbe essere l'ultimo; o magari, peggio, che potrebbe essere l'ultimo felice. In quell'età in cui le ragazze amano la discoteca, io spesso nelle giornate di primavera o estate uscivo dal casolare di campagna in cui abitavo e mi immergevo tra i campi verdi e gialli, cercavo l'ombra di un albero e mi sdraiavo a leggere, immersa in un silenzio rotto solo dal canto di qualche uccello ed in quei profumi che sapevano di buono, di Dio (ci credevo, allora), di quella malinconia adolescenziale nella quale mi crogiolavo senza capire quanto fossi felice in quelle ore di pura libertà. Non esistevano i cellulari a quel tempo, e mi allontanavo sempre abbastanza da non sentire la voce di mia madre che mi chiamava. Rientravo al tramonto, inseguita da nuvole di zanzare, di corsa tra spighe e fiori, immusonita al pensiero di dover rientrare e di lasciare quei profumi, quel silenzio. A volte, immersa nella lettura, non mi accorgevo della luce che cambiava, dei tuoni che in lontananza spezzavano il silenzio, e quando il temporale arrivava mi sorprendeva indifesa, e mi costringeva a rientrare di volata in una corsa allegra contro il tempo e contro quei goccioloni freddi che mi arrivavano addosso mentre l'aria si riempiva di quel profumo unico di quando inizia a piovere, e che assaporavo a pieni polmoni. Non lo sapevo, quanto ero felice. Non sapevo quanto avrei rimpianto quella spensieratezza, quella libertà, quell'essere padrona del mio tempo e di me stessa senza esserne cosciente, e senza saperne godere.
E' la vigilia di Natale e piove. Una pioggerellina fredda, un sentore di neve che mi ricorda la mia infanzia ed i miei inverni bianchi, una di quelle giornate in cui il fiato diventa una nuvoletta, le mani gelate ed il naso rosso. E' la vigilia di Natale, e tra poco la mia famiglia intera si riunirà per aspettare insieme la mezzanotte, un bambino nato più di duemila anni fa, ed un buffo signore dalla barba bianca e dal sacco pieno di doni scelti con cura ed amore. E' la vigilia di Natale e mi piacerebbe che per una notte, per questa notte magica si fermassero le guerre, le ingiustizie, gli orrori di cui questo mondo è troppo colmo, e che questa pioggia lavasse il sangue di troppe vittime innocenti... e domani, qualcuno dicesse: basta, non ricominciamo, è così bella la pace.
E' questo che auguro a tutti voi per questo Natale... pace. Una giornata di pace, che sia solo la prima di una serie infinita. Pace, mentre la pioggia cade sul mondo. Pace.
Auguri di cuore, a chiunque passerà di qua.
auguri anche a te Anna: un abbraccio forte forte!!!
RispondiEliminaE' sempre un piacere leggerti. Ognuno ha i propri ricordi d'infanzia legati a questo periodo dell'anno. Non avendo una casa in campagna io passavo le feste in città. Il ricordo più bello che ho è la scampanellata del nonno la mattina presto, durante le vacanze natalizie. Ci portava sempre un pacco pieno di doni golosi: cioccolatini, caramelle e panettoni artigianali. Era una festa aspettarlo. Anche se mio nonno non c'è più da ben 16 anni in questi momenti di festa sento di più la sua mancanza, la sua voglia di festeggiare tutti insieme in famiglia, cosa che non si fa più dalla sua morte. Lui c'è sempre nei miei ricordi.
RispondiEliminaL'augurio che hai fatto è molto bello ma irrealizzabile perchè fin quando ci sarà l'uomo esisteranno sempre le due facce della medaglia, esisteranno l'amore e l'odio. La cosa per me più bella, il più bel regalo di Natale, è scoprire che vicino a me ci sono persone che la pensano come te, come me. Siamo noi che possiamo rendere meno brutto questo mondo. Dipende anche da noi. Certo, siamo una goccia nell'oceano, ma credimi quando ti dico che le altre persone attorno a noi se ne accorgono se emani una luce brillante e ne godono pure loro. Mi fa un immenso piacere vedere il sorriso della gente che mi incontra, che ha piacere di salutarmi, di farmi un pensierino di Natale inatteso. Sono queste le piccole gioie della vita: gridare al mondo "SONO VIVA!". Tanti auguri Annuccia
Che bellezza questo post: una descrizione che si può vedere come un film. Un augurio grande anche a te, di cuore.
RispondiEliminaAnche se il Natale è già passato da più di un mese accolgo il tuo augurio come tu accoglievi la pioggia sul tuo viso da bambina. Per me, dal 2010 il Natale sarà una festa doppia perché la notte della vigilia è nato il mio secondo nipotino che ha portato nuova gioia nella nostra famiglia. E' sempre un arricchimento leggerti Anna. Ti abbraccio
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