venerdì 20 febbraio 2009

Vita da volontari

Il tempo vola e mi ritrovo a guardare il calendario pensando con sorpresa: porca miseria sta finendo febbraio, e di tutte le cose che volevo fare questo mese che cos’ho fatto? Ma soprattutto stamattina ho pensato: mamma mia tra nove giorni c’è la pentolaccia!!! 


La Pentolaccia è la nostra festa di carnevale dedicata ai piccoli celiaci della Toscana, e che per noi del gruppo di Pisa dell’Associazione Italiana Celiachia significa un lavoro gigante di organizzazione, reperimento premi per la lotteria, invenzione di giochi per i bambini, lavoro, lavoro, ore di lavoro duro per preparare e cuocere 1200-1300 bomboloni senza glutine… Ieri sera ci siamo riuniti, qualche veterano e qualche nuova leva di un gruppo fantastico che si è riunito nel 2000 e di cui sono stata l’orgogliosa coordinatrice provinciale dal 2001 al 2006, e tra un dolcetto ed un bicchiere di coca-cola, una battuta ed una risata, penne e fogli e volontà, abbiamo buttato giù programmi ed idee, liste della spesa e delle cose, delle mille cose da fare. Abbiamo fatto mezzanotte passata come sempre, rubando sonno e tempo a noi stessi per altri che forse non si rendono conto di quanto duro sia il lavoro del volontario, e da oggi inizia il panico… intanto, quali dolci porto per il mercatino degli assaggi? Devono essere rigorosamente senza glutine e questo è ovvio, ma devono essere anche originali, belli, invitanti, magari semplici da fare…. inizia la ricerca tra libri di ricette e fantasia, e questa settimana in famiglia qualche volontario dovrà rinunciare alla dieta dimagrante per farmi da cavia!

Da oggi però inizia anche l’entusiasmo di ogni anno, di quando sai che centinaia di persone verranno per mangiare i nostri bomboloni ed i nostri dolci, e porteranno i loro bimbi sapendo che passeranno un pomeriggio divertente durante il quale per una volta non si sentiranno disagiati ma privilegiati, senza immaginare le ore in piedi che avremo passato in cucina a pesare, impastare, prendere al volo il punto giusto di lievitazione, friggere, rotolare nello zucchero e… veder mangiare di gusto, e sentire la stanchezza sparire di fronte al sorriso timido o estasiato di un bambino, alle bocche sporche di zucchero, alle vocine che chiedono ne posso avere un altro, e la domanda che sempre qualcuno pone con gli occhi sgranati: ma davvero posso mangiarli?


Dura la vita del volontario… dura perché toglie tempo alla tua famiglia, ai tuoi amici ed a te stessa, ti fa passare fuori serate fredde o di pioggia in cui staresti volentieri al calduccio davanti alla tv, e ti spinge a rompere le scatole a familiari e conoscenti e colleghi di lavoro affinché ti comprino un biglietto della lotteria o vengano a darti una mano durante le manifestazioni, e ti costringe a stare in piedi al freddo durante i mercatini di Natale per informare la gente, e potrei riempire pagine e pagine raccontando quanto lavoro comporti decidere di essere membro attivo di  una ONLUS… ma la soddisfazione di vedere un bambino felice, anche uno solo, per ciò che gli hai donato, ha il potere di far scomparire ogni stanchezza e di far apparire bellissimo ogni sacrificio fatto. Quando i bambini poi, come succede in occasione della Pentolaccia, sono centinaia… allora ti senti al centro del mondo.

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