giovedì 10 febbraio 2011

Una storia vecchia oltre mezzo secolo

Donna Adelina guarda la figlia prossima al parto con brutti presentimenti. Le sue gambe gonfie ed il suo sopore la preoccupano molto. Peppì, dice al genero, qui è meglio andare in ospedale, io ho fatto nascere tante creature ma qualcosa non va, ho paura.

Giuseppe prende in braccio la moglie quasi esanime, e con la suocera a fianco scende in strada. Poche macchine, pochissime, ma tanta solidarietà... qualcuno si ferma, li carica tutti e tre e li porta nell'ospedale più vicino. San Gennare 'è povere, si chiama. Quartiere Stella, "ind'à sanità".

Medici ed infermieri corrono avanti e indietro. Giuseppe li guarda spaventato, mentre Donna Adelina prega incessantemente il Sacro Cuore di Gesù. Riescono finalmente a fermare un medico, dottore vi prego, che sta succedendo? E lui, rientrando in fretta in sala parto: stiamo cercando di salvare la madre. Giuseppe si siede e frena le lacrime, doveva essere uno dei giorni più belli della sua vita e sta diventando un terribile incubo.

Poi una donna vestita di bianco esce dalla sala parto con un fagottino minuscolo in braccio e si avvicina ai due. Giuseppe chiede della moglie, la donna risponde che stanno facendo di tutto, comunque la bambina è nata, eccola, guardate...

E' violacea. Due strane buche le deformano la fronte. Brutta da far spavento, e sicuramente anormale. Giuseppe si ritrova a trattenere il fiato, a chiedersi cos'hanno fatto di male lui e sua moglie, ed a sussurrare con la gola chiusa: Gesù, ma perché non te la sei presa?...

Due giorni dopo Giuseppe stringe la mano di sua moglie che si sta riprendendo piano piano. La bambina è stata battezzata in fretta e furia dopo la nascita per volere della nonna, la paura che morissero lei e sua madre era stata immensa, ma sono sopravvissute entrambe. Donna Adelina è sempre lì, non si è mai staccata dalla figlia e dal genero, ringrazia ancora una volta il Sacro Cuore di Gesù e poi chiede al genero, Peppì, vieni con me a vedere la creatura? Giuseppe ripensa a quel piccolo mostro ed annuisce, sì mammà, ora andiamo. Però rimane lì. Vai Peppino lo esorta la moglie, vai tu che puoi, poi raccontami quanto è bella. Giuseppe con il nodo in gola si avvia con la suocera verso il vetro del nido e si chiede come farà a dire a sua moglie che hanno una figlia orribile e sicuramente ritardata. 

Guarda Peppì, eccola, piccola mia quanto è bella! Mammà, ma dov'è? Eccola Peppì, quella, la vedi? Giuseppe osserva il visino roseo e tondo della bambina indicata dalla suocera e si agita come un forsennato: mammà, non è quella, me l'hanno cambiata, la mia è un mostro ma voglio la mia!!!!

Ogni volta che ho sentito raccontare questa storia mi sono sbellicata dalle risate, esattamente quello che ha fatto mia nonna davanti a mio padre sconvolto e convinto che sua figlia fosse stata scambiata con un'altra bambina. Lei gli spiegò pazientemente che durante la nascita avevo sofferto molto visto che mia mamma, probabilmente affetta da gestosi gravidica, era ormai in coma e non collaborava; che per farmi nascere avevano dovuto usare il forcipe, che aveva lasciato momentanei brutti segni sulla mia fronte; e che era perfettamente normale che in quei due giorni in cui mio padre si era preoccupato solo di mia madre e non aveva avuto il coraggio di tornare a guardarmi, io mi fossi trasformata. "E' bellissima tua figlia Peppino, ed ha dimostrato, proprio come la mia, che vuole vivere!". 

Sul mio certificato di nascita c'è scritto che sono nata alle quattro del mattino. Mia nonna giurava e stragiurava che era di pomeriggio. Mia mamma non ricorda niente di quel giorno, e mio padre diceva che sono nata di notte, forse, ma non avrebbe potuto giurarlo. Una mia zia che sembra sia corsa appena avvisata garantisce che sono nata di pomeriggio. Insomma... chissà. Quello che so è che oggi, dopo cinquantun anni da quel giorno, sono felice di essere nata, e che a parte le risate, mi ha sempre fatto una grande tenerezza l'immagine di quell'uomo spaventato che di fronte ad una bella bambina chiedeva la sua, un mostro ma sua!!!





Il mio primo compleanno, esattamente cinquant'anni fa... con  la mia adorata zia Angela che mi chiamava Zuccarella, la mia fantastica nonna Adelina che mi chiamava Nannarè, la mia amata zia Chiara e la mia bella mamma. In piedi, l'allora pestifero ragazzino zio Armando, che mi chiamava e mi chiama ancora Nanasse!


Mi vedete? Una bambola tra le bambole... sul retro di questa foto mia mamma ha scritto: "10 febbraio 1961 - tra le bambole - Anna al suo papà". Lui infatti era emigrato in Svizzera dove mia madre lo ha raggiunto qualche mese dopo, mentre io fino ai due anni sono cresciuta con la mia adorata nonna.




Buon compleanno, Nannarè!



12 commenti:

  1. Ciao Anna auguroni, belle storie e belle foto,grazie per aver condiviso con noi, c'e' sempre un pizzico di melanconia quando si guarda indietro, cque andiamo avanti, la vita prosegue, bacioni a presto rosa buon pomeriggio

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  2. Grazie degli auguri, Rosa... in effetti il tempo che passa porta con sè ogni anno una lacrima... ma anche qualche sorriso, e questo ricordo mi fa sempre sorridere anche se due delle persone che appaiono in queste foto non ci sono più... ed ho tanta tanta nostalgia di entrambe.

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  3. Ma dai!!!!!!!
    La storia mi ha commossa e devo confessare che c'è scappato un pianterello.
    Le foto sono di una dolcezza struggente e tu sei proprio una bambola che fa sfigurare le altre "mostruose" (hi hi hi hi hi)
    La tua mamma (quella che di tiene per la vita, vero?) è davvero incantevole e ha un sorriso bellissimo.
    E Nannare' è proprio un bel soprannome.

    A U G U R I!!!!!!!!!!!!

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  4. Eh eh... delle bambole mia figlia Silvia dice "mi fanno paura, sembrano quelle dei film dell'orrore tipo profondo rosso!!!"... a me però questa foto è sempre piaciuta tanto.
    No, mia mamma non è quella, è l'ultima a destra.... quel sorriso dolcissimo e quel viso d'angelo appartenevano alla mia zia più cara, quella che per me è stata la seconda mamma, un vero angelo che ci ha lasciati tutti troppo presto, tutti orfani di un amore che lei distribuiva a piene mani e che ancora oggi, dopo ben venticinque anni, mi manca immensamente. Ho segnalato questo post su facebook e tutte le mie cugine stanno commentando o mi stanno scrivendo privatamente con parole commosse soprattutto per la foto... nostra zia era quanto di più simile si possa immaginare ad un angelo, e mia nonna... era veramente fantastica, la chiamavamo nonna sprint, un terremoto che solo la morte ha fermato.

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  5. Eh eh eh eh eh eh
    Anche la mia era detta "nonna sprint".
    Io le dicevo sempre: Nonna, se nascevi 50 anni dopo non ti accontentavi della patente. Tu andavi sulla luna.
    Pensa che una volta è andata in Francia a trovare una figlia e poi, avendo litigato con il gnero, è andata via di casa a piedi e ha dormito su un albero...
    Un mito.
    Ciao Nannarè!!!

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  6. Ciao tesoro !!!!!!!!
    Son tornata, ma tanto x cambiare sono 1 pò di corsa...eh eh eh !!!!!
    Mi riprometto di tornare quanto prima a leggermi questo tuo post con calma, e intanto ne approfitto x unirmi al coro degli auguri !!!!!!!

    Un bacione !!!!!!!

    Maddy

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  7. A volte dalle avversità nascono persone stupende come te...
    Una storia bellissima!

    Bacio
    Sesè

    P.S. Sul mio blog ho postato un Meme, se ti va e hai tempo rispondi alle domande (non è obligatorio ovviamente!!!).
    Kisskiss

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  8. Buongiorno amica cara.
    Ti auguro tanto amore per oggi e per ogni giorno!!!

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  9. Bentornata Maddy, mi sei mancata!!! Felicissima di riaverti in questo bloggerworld un po'strano ma che riempie tanto la vita (come se l'avessimo avuta vuota... :))!)
    Grazie infine per gli auguri... qui ne sono arrivati pochi in realtà (questo blog ha pochi lettori anche se BUONI), ma ne sono stata sommersa su facebook, sul telefonino, al telefono, mentre per festeggiare con i miei amici più cari ho aspettato il sabato con una torta supergolosa!

    Licia, purtroppo sto mancando al mio appuntamento con il tuo blog per pura mancanza di tempo ma non vedo l'ora di riprendere a leggere... mi appassiona più di un libro! La mia nonna sprint da quel che leggo era proprio come la tua... decisamente AVANTI nel tempo, con uno spirito ed un'energia che vorrei aver ereditato ed un amore per me e per tutti i suoi nipoti che dimostrava continuamente... quanto mi manca! E grazie per gli auguri di amore, che ricambio anche se non è più San Valentino... ma di amore abbiamo bisogno tutti i giorni!

    Sesè... grazie tesoro, mi sopravvaluti ma grazie, posso dire la stessa cosa di te... dalle avversità vengono fuori persone meravigliose come te!!! Un abbraccio (e appena ho tempo faccio i compiti, anche perché leggere mi piace troppo!).

    Buona giornata!

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  10. nannarella mia, non conoscevo questa storia, la scopro solo ora sbirciano il tuo blog, mi riescie difficile entrarci.
    eppure mi sembra strano essendo cugine, di non conoscere la tua storia. hai ragione su nonna era davvero una nonna sprint, quanto mi manca, devo a lei tutte le cose che ho imparato all'uncinetto, ottima maestra! ma quand'è che ci possiamo vedere??????????????? baci baci tua cugina Patty

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  11. Patrizia è una gioia averti tra i miei pochi ma buoni lettori! Come avrai visto sono venuta sul tuo blog appena nato, sono sicura che ne farai qualcosa di veramente bello, mi raccomando però non mettere solo le foto dei tuoi dolci, inserisci anche le ricette!
    Questa storia mio padre la raccontava spesso... io ci morivo dalle risate, e la nonna ha sempre confermato sia il momento tragico in cui mia mamma sembrava dover morire che quello comico in cui mio papà voleva il suo mostriciattolo! Tu forse non ricordi, ma quando eravamo piccole e ancora non sapevo di tutto questo, dormimmo una volta insieme nel mo lettino di Orbe (cape e piere) e mi confidai con te dicendoti che probabilmente io ero stata adottata, perché da mia mamma avevo sentito dire che quando mi ha vista la prima volta io avevo già qualche giorno... per di più, aveva detto di avere solo due cicatrici sul ventre, quelle di Italo e Marlène. E tu? "Eh sì, Anna, penso che tu abbia ragione".... sapessi per quanto tempo ho avuto questa convinzione!!!!!!!!
    Un abbraccio cara cugina.... un abbraccio forte forte forte!

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  12. sai Anna, non me lo ricordo, però ero convinta anch'io di essere stata adottata e una volta lo dissi a mia madre, però che cretina, assomiglio tutta a lei!!!!!!!!!! bacione immenso!

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