sabato 26 febbraio 2011

Dolore


Sono rientrata oggi dalla montagna e stavo per pubblicare un post allegro, con le mie foto sugli sci… poi mio marito mi ha chiamata alla tv con tono grave.
Una notizia che temevo di sentire prima o poi. Che non volevo.


images Hanno ritrovato Yara. Anzi, il suo corpo in stato di avanzata decomposizione. Ed il mio cuore di mamma sanguina.
Che dire… solo che provo un forte dolore. E se lo provo io così forte… non oso neanche pensare a quello che provano i suoi genitori. Se penso alle mie figlie ed ai rischi che corrono ogni giorno solo per essere giovani, fresche, belle… sento una mano stringermi forte lo stomaco. E’ che non si possono proteggere per sempre. Lo fai quando sono piccolissime, e comunque neanche allora puoi farlo in ogni attimo della loro e della tua vita. Poi crescono, non sono più tue, appartengono al mondo ed è giusto così, ed ogni volta che ritardano, ogni volta che non ti rispondono al cellulare, ogni volta che non sai per certo dove e con chi  sono, quella mano torna a stringere. Sei serena solo quando ti sono vicine. E nemmeno.
Che ti sarà successo Yara… quanta paura avrai avuto, quanto avrai sperato che qualcuno ti salvasse?

Invidio in questo momento chi ha fede, e trova risposte che io non trovo.

giovedì 17 febbraio 2011

♥ ♥ ♥... Così mi vedono le mie figlie :)) ♥ ♥ ♥

Stasera, sul letto con il pc sulle ginocchia, collegata a facebook e ad altri tre o quattro siti, ricevo un piccolo avviso di posta su fb. Apro, leggo e scoppio a ridere: mia figlia Silvia mi aveva inviato questo racconto che a quanto pare imperversa da qualche giorno su facebook:


 Marito e moglie stanno guardando la tv quando lei dice 'Sono stanca, è tardi, penso che andrò a letto'

Va in cucina a preparare i panini per l'indomani. Sistema le tazza per la colazione, estrae la carne dal freezer per la cena del giorno dopo, controlla la scatola dei cereali, riempie la zuccheriera, mette cucchiai e piattini sulla tavola per la mattina successiva. Poi mette i vestiti bagnati nell'asciugatore, i panni nella lavatrice,s tira una maglia e sistema un bottone, prende i giochi lasciati sul tavolo, mette in carica il telefono, ripone l'elenco telefonico e dà l'acqua alle piantine.

Sbadiglia, si stira e mentre va verso la camera da letto, si ferma allo scrittoio per una nota alla maestra, conta i soldi per la gita, tira fuori un libro da sotto la sedia e aggiunge tre cose alle lista delle cose urgenti da fare. Firma un biglietto d'auguri per un'amica, ci scrive l'indirizzo e scrive una nota per il salumiere e mette tutto vicino alla propria roba.Va in bagno, lava la faccia, i denti, mette la crema antirughe, lava le mani, controlla le unghie e mette a posto l'asciugamano.

'Pensavo stessi andando a letto'.... commenta il marito!!! Ci sto andando, dice lei.

Mette un po' d'acqua nella ciotola del cane, mette fuori il gatto, chiude a chiave le porte e accende la luce fuori. Da' un'occhiata ai bimbi, raccoglie una maglia, butta i calzini nella cesta e parla con uno di loro che sta ancora facendo i compiti. Finalmente nella sua stanza. Tira fuori i vestiti e scarpe per l'indomani, mette la vestaglia, programma la sveglia e finalmente è seduta sul letto.

In quel momento, il marito spegne la tv e annuncia: 'Vado a letto'.Va in bagno, fa la pipì', si gratta il sedere mentre dà un'occhiata allo specchio e pensa:  'che PALLE domani devo fare la barba'.... e senza altri pensieri va a dormire.

Niente di strano non vi pare????
Ora chiedetevi perché le donne vivono più a lungo!!!
Perché sono fatte per i percorsi lunghi (e non possono morire perche' prima hanno molte cose da fare).

Dedica questo link alle donne fenomenali che conosci e magari anche a qualche uomo che non fa mai male.

E poi???????????????????????

PUOI ANDARE A LETTO! :-)))))


Il commento di Silvia: mamma, questa sei proprio tu, che dici vado a letto e dopo due ore vengo a salutarti e sei sempre sveglia a fare qualcosa!

Sto ancora ridendo quando arriva il numerino rosso di una notifica: clicco e... no!!! Mia figlia Erika mi ha spedito lo stesso link a distanza di pochi minuti!!!!!!! Con un commento che dice  mamma, tu tutte queste cose non le fai, ne fai di più!!! Scoppio di nuovo a ridere e scendo a salutarle: ehi, ma vi siete messe d'accordo? Mi guardano stupite, poi capiscono e ridono, nessun accordo, hanno solo avuto lo stesso pensiero, quella sei tu mamma! E rido anch'io abbracciandole,  felice di essere come sono, e felice di avere due figlie che mi amano per quello che sono!

♥ ♥ ♥... e adesso me ne vado a letto, finalmente!  ♥ ♥ ♥


P.S. ebbene sì, lo confesso, siamo in quattro ed abbiamo tre portatili......... anzi a dirla fino in fondo quello fisso, il quarto, è in riparazione!!!!! Però è l'unico lusso che ci concediamo, giuro!!!!!

lunedì 14 febbraio 2011

Un contest-candy ed il mio amore per Pisa


Impegnativo, ho pensato inizialmente quando ho letto di questo contest-candy sul blog di Erica. Poi però mi sono detta: adoro fare foto, adoro la città in cui vivo, adoro le ricette pisane doc.... allora perché no???

Inizio allora dalla foto... la ricetta verrà dopo, perché non valgono quelle già pubblicate. Ne approfitterò per realizzarne una che ho visto preparare (e assaggiato) in uno dei corsi di cucina di Antonio Malanca, grande maestro di cucina e simpatia! Una poesia di profumi e sapori... non dico ancora di quale ricetta si tratta, devo prima essere sicura di saper fare onore ad Antonio! :))

La mia foto invece eccola... scattata sui lungarni di Pisa in una bella giornata di sole, scelta dopo molte indecisioni perché di Pisa ho veramente tante belle foto. Questa però la amo particolarmente, con i suoi colori inusuali, perché il Palazzo Blu di Pisa è unico nel suo genere, ristrutturato da poco e tornato, dicono, al suo colore originale.

Pisa è bellissima, purtroppo conosciuta solo per la sua torre pendente, splendida anche se non fosse pendente, va detto, inserita nel contesto di una piazza straordinaria.
Ma Pisa non è solo la torre pendente, è una serie di affascinanti e stretti vicoletti medievali, è una sfilza di piazze e piazzette magnifiche (piazza dei Cavalieri è secondo me una delle più belle d'Italia), è un susseguirsi di scorci antichi, di logge, portici, archi, finestre gotiche o romaniche, è un lungarno che non ha niente da invidiare a quello di Firenze per la bellezza dei palazzi, mentre va detto che non ha neanche un ponte lontanamente paragonabile all'incredibile Ponte Vecchio. I Lungarni, soprattutto con il sole ed il fiume calmo, con i palazzi antichi che si specchiano nell'acqua da secoli e secoli, sono forse la parte di Pisa che amo di più. Ecco perché alla fine ho scelto una foto del Lungarno, anche se il fiume non si vede. Ma i Pisani riconosceranno il magnifico Palazzo Blu contornato da tetti e palazzi dai colori più classici del suo.



Io non sono nata a Pisa, bensì come ho già avuto modo di dire, a Napoli. Napoli per me rimane la mia origine, la mia famiglia, il mio dialetto, le mie radici. Pisa però mi ha accolta a braccia aperte ben trentasei anni fa. A Pisa ho vissuto la mia adolescenza, ho fatto le superiori, il corso infermiera, a Pisa ho vissuto il mio primo amore, mi sono fatta delle amicizie e delle inimicizie, ho imparato il  mio primo ed unico lavoro, a Pisa mi sono sposata (nella magnifica chiesa romanica di San Michele degli Scalzi) con un pisano doc, a Pisa sono nate le mie splendide figlie. A Pisa, città universitaria, ho preso la mia laurea in infermieristica (per pura soddisfazione) alla veneranda età di quarantadue anni, portando una tesi applauditissima sulla celiachia (poteva mai essere diversamente?).

Considerando che sono nata in un posto, cresciuta in un altro (Svizzera), passata da un altro ancora (Piemonte) e poi atterrata qui..... capite che per me "la mia terra" non è esattamente una cosa chiarissima. Forse per questo il candy di Erica inizialmente mi era sembrato così impegnativo. Poi ho deciso: Pisa è per me quanto più di somigliante ci sia al concetto di "mia terra", e la amo moltissimo. Quindi partecipo, al candy con la foto, al contest con una ricetta.

E visto che le ho fatto tutta questa pubblicità, ecco qualche altra foto di Pisa e dintorni:



La chiesa della Spina riflessa nelle acque dell'Arno



I retoni di Bocca d'Arno


Uno scorcio di campagna, coi monti pisani dietro


La Torretta di Caprona, coi monti devastati da un terribile incendio circa un anno fa




La magnifica cinquecentesca Pieve di Santa Giulia


Campagna

La Cittadella, antico porto di Pisa


La facciata di uno dei magnifici palazzi sul Lungarno 



Un altro dei caratteristici antichi retoni di Bocca d'Arno

     


I Lungarni (in alto a sinistra il Palazzo Blu)

Un altro scorcio della campagna pisana


... ed a rappresentanza delle meravigliose amiche che Pisa mi ha donato, la mia adorata Agnese!


P.S.: e piazza dei Miracoli con la sua torre pendente? Beh... splendida, ma di quelle è inflazionato internet, quindi ve le risparmio!


P.P.S.: Questo post in realtà l'ho copiato dal mio blog di cucina "Ai fornelli con la celiachia" ma ho pensato che stia bene anche qui. E qui aggiungo qualche fotografia, purtroppo non mia, della giornata di ieri e della manifestazione alla quale avrei tanto voluto partecipare... ma faccio un lavoro in cui le emergenze non si possono rimandare al lunedì, per cui purtroppo ho dovuto lavorare. Col cuore ero lì, sui Lungarni, sotto la pioggia con queste meravigliose donne con le quali avrei veramente tanto, tanto voluto manifestare. Mi consolo pensando che qui sarei stata utile, ma dove mi sono recata ero indispensabile.


 

Infine... Buon San Valentino a tutti/e quelli/e che capiteranno qui oggi :))


giovedì 10 febbraio 2011

Una storia vecchia oltre mezzo secolo

Donna Adelina guarda la figlia prossima al parto con brutti presentimenti. Le sue gambe gonfie ed il suo sopore la preoccupano molto. Peppì, dice al genero, qui è meglio andare in ospedale, io ho fatto nascere tante creature ma qualcosa non va, ho paura.

Giuseppe prende in braccio la moglie quasi esanime, e con la suocera a fianco scende in strada. Poche macchine, pochissime, ma tanta solidarietà... qualcuno si ferma, li carica tutti e tre e li porta nell'ospedale più vicino. San Gennare 'è povere, si chiama. Quartiere Stella, "ind'à sanità".

Medici ed infermieri corrono avanti e indietro. Giuseppe li guarda spaventato, mentre Donna Adelina prega incessantemente il Sacro Cuore di Gesù. Riescono finalmente a fermare un medico, dottore vi prego, che sta succedendo? E lui, rientrando in fretta in sala parto: stiamo cercando di salvare la madre. Giuseppe si siede e frena le lacrime, doveva essere uno dei giorni più belli della sua vita e sta diventando un terribile incubo.

Poi una donna vestita di bianco esce dalla sala parto con un fagottino minuscolo in braccio e si avvicina ai due. Giuseppe chiede della moglie, la donna risponde che stanno facendo di tutto, comunque la bambina è nata, eccola, guardate...

E' violacea. Due strane buche le deformano la fronte. Brutta da far spavento, e sicuramente anormale. Giuseppe si ritrova a trattenere il fiato, a chiedersi cos'hanno fatto di male lui e sua moglie, ed a sussurrare con la gola chiusa: Gesù, ma perché non te la sei presa?...

Due giorni dopo Giuseppe stringe la mano di sua moglie che si sta riprendendo piano piano. La bambina è stata battezzata in fretta e furia dopo la nascita per volere della nonna, la paura che morissero lei e sua madre era stata immensa, ma sono sopravvissute entrambe. Donna Adelina è sempre lì, non si è mai staccata dalla figlia e dal genero, ringrazia ancora una volta il Sacro Cuore di Gesù e poi chiede al genero, Peppì, vieni con me a vedere la creatura? Giuseppe ripensa a quel piccolo mostro ed annuisce, sì mammà, ora andiamo. Però rimane lì. Vai Peppino lo esorta la moglie, vai tu che puoi, poi raccontami quanto è bella. Giuseppe con il nodo in gola si avvia con la suocera verso il vetro del nido e si chiede come farà a dire a sua moglie che hanno una figlia orribile e sicuramente ritardata. 

Guarda Peppì, eccola, piccola mia quanto è bella! Mammà, ma dov'è? Eccola Peppì, quella, la vedi? Giuseppe osserva il visino roseo e tondo della bambina indicata dalla suocera e si agita come un forsennato: mammà, non è quella, me l'hanno cambiata, la mia è un mostro ma voglio la mia!!!!

Ogni volta che ho sentito raccontare questa storia mi sono sbellicata dalle risate, esattamente quello che ha fatto mia nonna davanti a mio padre sconvolto e convinto che sua figlia fosse stata scambiata con un'altra bambina. Lei gli spiegò pazientemente che durante la nascita avevo sofferto molto visto che mia mamma, probabilmente affetta da gestosi gravidica, era ormai in coma e non collaborava; che per farmi nascere avevano dovuto usare il forcipe, che aveva lasciato momentanei brutti segni sulla mia fronte; e che era perfettamente normale che in quei due giorni in cui mio padre si era preoccupato solo di mia madre e non aveva avuto il coraggio di tornare a guardarmi, io mi fossi trasformata. "E' bellissima tua figlia Peppino, ed ha dimostrato, proprio come la mia, che vuole vivere!". 

Sul mio certificato di nascita c'è scritto che sono nata alle quattro del mattino. Mia nonna giurava e stragiurava che era di pomeriggio. Mia mamma non ricorda niente di quel giorno, e mio padre diceva che sono nata di notte, forse, ma non avrebbe potuto giurarlo. Una mia zia che sembra sia corsa appena avvisata garantisce che sono nata di pomeriggio. Insomma... chissà. Quello che so è che oggi, dopo cinquantun anni da quel giorno, sono felice di essere nata, e che a parte le risate, mi ha sempre fatto una grande tenerezza l'immagine di quell'uomo spaventato che di fronte ad una bella bambina chiedeva la sua, un mostro ma sua!!!





Il mio primo compleanno, esattamente cinquant'anni fa... con  la mia adorata zia Angela che mi chiamava Zuccarella, la mia fantastica nonna Adelina che mi chiamava Nannarè, la mia amata zia Chiara e la mia bella mamma. In piedi, l'allora pestifero ragazzino zio Armando, che mi chiamava e mi chiama ancora Nanasse!


Mi vedete? Una bambola tra le bambole... sul retro di questa foto mia mamma ha scritto: "10 febbraio 1961 - tra le bambole - Anna al suo papà". Lui infatti era emigrato in Svizzera dove mia madre lo ha raggiunto qualche mese dopo, mentre io fino ai due anni sono cresciuta con la mia adorata nonna.




Buon compleanno, Nannarè!